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Angolo della Lettura - Verso la Pentecoste

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«Chi è presso di me è presso il fuoco»
Origene (185-254), Omelia su Geremia Libro I [III]

Lo Spirito Santo: Spirito creatore, Spirito di Cristo, Amore che unisce il Padre e il Figlio, Spirito che anima la Chiesa, Spirito che trasfigura il cosmo, Spirito che muove l’intimo dei cuori, Spirito promesso e atteso, desiderato e imprevedibile, memoria e novità, impeto del vento e soffio leggero, scriba della nuova alleanza…
 
Alcune letture che invitano ad esporsi al Vento per vivere del suo respiro, esporsi al Fuoco per consumarsi della sua fiamma, nel cuore e nella Chiesa.

 
Dai "Discorsi" di un anonimo autore africano del sec. VI
Discorso 8, 1-3; Patrologia Latina 65, 743-744
 
Ora [a Pentecoste] la Chiesa, radunata per opera dello Spirito Santo, esprime la sua unità in tutte le lingue. Perciò se qualcuno dirà a uno di noi: Hai ricevuto lo Spirito Santo, per quale motivo non parli in tutte le lingue? Devi rispondere: Certo che parlo in tutte le lingue, infatti sono inserito in quel corpo di Cristo cioè nella Chiesa, che parla tutte le lingue. Che cosa altro in realtà volle significare Dio per mezzo della presenza dello Spirito Santo, se non che la sua Chiesa avrebbe parlato in tutte le lingue? Si compì in questo modo ciò che il Signore aveva promesso: Nessuno mette vino nuovo in otri vecchi, ma si mette vino nuovo in otri nuovi e così ambedue si conservano (cfr. Lc 5, 37-38). Perciò quando si udì parlare in tutte le lingue, alcuni a ragione andavano dicendo: "Costoro si sono ubriacati di mosto" (At 2, 13).

Infatti erano diventati otri nuovi rinnovati dalla grazia della santità, in modo che ripieni di vino nuovo, cioè dello Spirito Santo, parlando tutte le lingue, erano ferventi, e rappresentavano con quel miracolo evidentissimo che la Chiesa sarebbe diventata cattolica per mezzo delle lingue di tutti i popoli. Celebrate quindi questo giorno, come membra dell’unico corpo di Cristo. Infatti non lo celebrerete inutilmente se voi sarete quello che celebrate. Se cioè sarete incorporati a quella Chiesa, che il Signore colma di Spirito Santo, estende con la sua forza in tutto il mondo, riconosce come sua, venendo da essa riconosciuto. Lo Sposo non ha abbandonato la sua Sposa, perciò nessuno gliene può dare un’altra diversa.
 

Inno di San Simeone il nuovo teologo*
in Y. Congar, Credo nello Spirito santo, Queriniana 1992, p. 154.
*(949-1022)
 
Come sei tu braciere di fuoco e freschezza della fonte,
vampa ardente e dolcezza che ci sana dalle nostre brutture?
Come fai tu dell’uomo Dio, della notte una luce,
e come dall’abisso della morte trai la vita nuova?   
Come la notte diventa giorno, puoi tu vincere le tenebre?
Portare la fiamma fino al cuore e trasformare il più intimo dell’essere?
Come non sei che uno con noi, come ci rendi Figli dello stesso Dio?
Come ci bruci d’amore e ci ferisci senza spada?
Come puoi tu sopportarci, restare lento alla collera?
E dalla lontananza in cui rimani, vedere qui i nostri gesti più piccoli?
Come da così in alto e da così lontano il tuo sguardo segue i nostri atti?
Il tuo servo aspetta la pace, il coraggio tra le lacrime.
 

G. Alberione, Brevi meditazioni per ogni giorno dell’anno I
Società Apostolato Stampa-Alba, 1948, pp. 494-496
 
MARIA E LA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO
 
«Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui» (At 1,14).
 
1° Dopo l’Ascensione di Gesù al cielo, gli Apostoli si raccolsero nel Cenacolo per pregare, riflettere e attendere lo Spirito Santo. Vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo d’Alfeo, Simone Zelote e Giuda di Giacomo. Fu eletto il successore di Giuda il traditore: cioè Mattia. Tutti perseveravano nella preghiera con le donne e Maria Madre di Gesù. Arrivato il giorno di Pentecoste ecco un forte rumore dal cielo, come di vento impetuoso, che riempì tutta la casa.
Apparve un globo di fuoco; si divise in piccole fiamme che andarono a posarsi sul capo dei presenti. Ciascuno fu ripieno di Spirito Santo: specialmente Maria SS.ma. Le sue preghiere ne avevano accelerata la discesa.
 
2° Lo Spirito Santo infuse doni preziosissimi. Un aumento di fede, di speranza, di carità. L’anima di Maria fu, in tal modo, maggiormente santificata. Ella era a tutti esempio vivo e costante, quasi il Vangelo vivente. Specialmente dopo che ebbe ricevuto i doni per il nuovo ufficio di Madre della Chiesa.
Ella ebbe il dono del consiglio per illuminare gli Apostoli, gli Evangelisti, i fedeli.
Il dono della fortezza per sostenere, confortare, incoraggiare tutti di fronte alle difficoltà e persecuzioni.
Il dono di una profonda tenerezza per i neofiti, gli idolatri e gli erranti.
Il dono dello zelo per tutte le anime redente dal Sangue di Gesù Cristo. Ebbe una luce particolare a conoscere la natura, la missione, i diritti della Chiesa.
Ebbe un amore ardentissimo per il regno di Gesù Cristo e la sua dilatazione sulla terra. Da allora le sue preghiere erano per Pietro e per i Dodici; viveva per la Chiesa e la portava nel suo cuore; nel modo con cui era stata prima premurosa per il Figlio suo Gesù.
 
3° I doni dello Spirito Santo vengono dati a ciascun’anima, secondo le sue disposizioni e la sua missione.
Chiediamo scienza, sapienza, intelligenza, consiglio, pietà, timor di Dio.
Soprattutto chiediamo: lo zelo per la salute delle anime.
Chiediamo l’amore alla Chiesa, la fortezza, la generosità, la pietà.
Chiediamo di essere nella Chiesa membra vive ed operanti.
 
Esame – Ho una vera divozione allo Spirito Santo? Chiedo spesso i suoi doni? Cerco di aumentare la fede nella Chiesa? Procuro la sua dilatazione? La sua libertà, la sua esaltazione?
 
Proposito – Amerò sempre più la Chiesa: sarò fervente suo figlio.
 
Preghiera – O Maria, Madre della Chiesa, ottenete una rinnovata Pentecoste su di essa, sui suoi Ministri, e su tutti gli Apostoli. Ottenete ad essa: figli devoti, libertà nell’esercizio della sua missione, unità dei membri con il Sommo Pastore.
 
  
Atenagora I, Patriarca di Costantinopoli 
(1886-1972)
 
Senza lo Spirito Santo
Dio è lontano,
Cristo rimane nel passato,
il Vangelo è lettera morta,
la Chiesa è una semplice organizzazione,
l’autorità è una dominazione,
la missione una propaganda,
il culto una evocazione,
e l’agire dell’essere umano una morale da schiavi.
Ma nello Spirito Santo:
il cosmo è sollevato e
geme nella gestazione del Regno,
Cristo risorto è presente,
il Vangelo è potenza di vita,
la Chiesa significa comunione trinitaria,
l’autorità è un servizio liberatore,
la missione è una Pentecoste,
la liturgia è memoriale e anticipazione,
l’agire umano è divinizzato.

 
Lo Spirito e la Chiesa, da I volti dello Spirito di O. Clément*
Qiqajon 2004.
*(1921-2009)
 
Ma l’era dello Spirito – e troppo spesso tendiamo a dimenticarlo – è anzitutto l’era della chiesa. Infatti la chiesa è chiesa dello Spirito Santo: è dal calice eucaristico che lo Spirito si riversa sul mondo. La chiesa, al di là di tutti quegli aspetti più prettamente sociologici che pure conserva e che sovente ci disorientano, dal punto di vista dello Spirito santo non è nient’altro che il sacramento del Risorto. Al cuore di ogni azione sacramentale, e soprattutto della liturgia eucaristica, si trova l’epiclesi, invocazione per la discesa dello Spirito sull’assemblea e sulle sue offerte. L’ascensione, e quei misteriosi dieci giorni nei quali Cristo, il nostro gran sacerdote, ha pregato il Padre perché mandasse sui discepoli in attesa lo Spirito che avrebbe vivificato la chiesa come in origine aveva vivificato il mondo, l’ascensione e l’intercessione del Cristo glorificato sono il luogo in cui si dà l’epiclesi delle epiclesi. E noi sappiamo, con tutta la forza della nostra fede, che Dio risponde, che è fedele, e quindi che ogni assemblea eucaristica è il luogo di una continua pentecoste. “Noi abbiamo ricevuto lo Spirito celeste”, canta il coro dopo la comunione nella divina liturgia ortodossa.
 
La pentecoste fonda la chiesa: nei Grandi vespri cantiamo: “Lo Spirito fa nascere i profeti come da una sorgente, istituisce i presbiteri, rende teologi i peccatori, costituisce la chiesa”.

Lo Spirito moltiplica nella chiesa le vocazioni, i doni, i servizi, i ministeri. Non dimentichiamo che anche l’autorità episcopale è un dono dello Spirito Santo che vivifica l’istituzione apostolica fondata da Cristo...

L’opera di Cristo ha reso possibile l’avvento in pienezza dello Spirito: per questo Pavel Evdokimov ha potuto affermare che Cristo era il grande precursore dello Spirito. Cristo ha reso la creatura capace di divenire, in lui “pneumatofora”. Lo Spirito, che ci rende uomini liberi, collaborando con la nostra libertà delinea a poco a poco, nella comunione dei santi, il volto del Cristo veniente. Una delle intuizioni principali di Massimo il Confessore e di Simeone il Nuovo Teologo è che le virtù dei santi, assimilando le energie divine corrispondenti, incarnano progressivamente il Logos nella storia, o meglio manifestano, diffondono la sua incarnazione, preparando così lo svelamento escatologico del mondo come “corpo di Dio”, luogo di una pentecoste che si perpetua.
 
 
Benedetto XVI, Omelia nella Solennità di Pentecoste
12/6/2011
 
(…) Quando san Luca parla di lingue di fuoco per rappresentare lo Spirito Santo, viene richiamato quell’antico Patto, stabilito sulla base della Legge ricevuta da Israele sul Sinai. Così l’evento della Pentecoste viene rappresentato come un nuovo Sinai, come il dono di un nuovo Patto in cui l’alleanza con Israele è estesa a tutti i popoli della Terra, in cui cadono tutti gli steccati della vecchia Legge e appare il suo cuore più santo e immutabile, cioè l’amore, che proprio lo Spirito Santo comunica e diffonde, l’amore che abbraccia ogni cosa.

Allo stesso tempo la Legge si dilata, si apre, pur diventando più semplice: è il Nuovo Patto, che lo Spirito "scrive" nei cuori di quanti credono in Cristo. L’estensione del Patto a tutti i popoli della Terra è rappresentata da san Luca attraverso un elenco di popolazioni considerevole per quell’epoca (cfr At 2,9-11).

Con questo ci viene detta una cosa molto importante: che la Chiesa è cattolica fin dal primo momento, che la sua universalità non è il frutto dell’inclusione successiva di diverse comunità. Fin dal primo istante, infatti, lo Spirito Santo l’ha creata come la Chiesa di tutti i popoli; essa abbraccia il mondo intero, supera tutte le frontiere di razza, classe, nazione; abbatte tutte le barriere e unisce gli uomini nella professione del Dio uno e trino. Fin dall’inizio la Chiesa è una, cattolica e apostolica: questa è la sua vera natura e come tale deve essere riconosciuta. Essa è santa, non grazie alla capacità dei suoi membri, ma perché Dio stesso, con il suo Spirito, la crea, la purifica e la santifica sempre.
 
 
 
Carlo Maria MARTINI
Il frutto dello Spirito nella vita quotidiana
Ed. Gribaudi 1998
 

 

(1) Frutto dello Spirito è amore (pp. 7-19)

 

 

(2) Frutto dello Spirito è bontà (pp. 21-34)

 

 

(3) Frutto dello Spirito è moderazione e autocontrollo (pp. 35-46)

 

 

(4) Frutto dello Spirito è cortesia, mitezza, longanimità (pp. 47-59)

 

 

(5) Frutto dello Spirito è giovialità e pace - Conclusione (pp. 61-74)
 

 

 

 




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